Ho ritrovato il costume tra le pietre.

Quando dico che i cerchi si chiudono voglio dire che proprio tutti i cerchi si chiudono. Ma non i cerchi di tutti, i miei cerchi, quelli nuovi, quelli che ho creato io.

Oggi in cima ad un monte con davanti un fumante piatto di polenta si parlava della responsabilità dei ricordi. Io questa frase l’ho interpretata a modo mio. Ognuno è responsabile dei ricordi che lascia di se stesso, dei ricordi che conserva degli altri e dei ricordi che sceglie o meno di riesumare, dopo averli sepolti sotto una spessa coltre di esperienze, a volte vissute per crescere altre volte, semplicemente per dimenticare. Il problema è che se anche crediamo di aver dimenticato, non è così. Conserviamo tutto. A volte in una ruga, altre volte in uno sguardo, altre volte in una malattia, altre volte ancora in un gesto che può cambiare una vita intera. Noi siamo i nostri ricordi. I nostri ricordi sono ciò che siamo realmente nel presente e ciò che rendono il nostro futuro possibile. Per questo è importante essere responsabili nei confronti dei propri ricordi. Ho chiamato una parte della mia vita la ricerca delle tracce. Ho guardato fotografie, fatto domande, anche non gradite, ho letto tantissimo per risvegliare un vissuto perduto, ho visto le catene, ogni cerchio, ogni sfumatura, ogni colpo di luce, riflesso sulle curve di acciaio rovente. A volte mi auguro di averle spezzate, quelle catene, altre volte ne sono certa, altre volte mi lascio prendere dalla paura di non aver spezzato un bel niente. Sta di fatto che nell’ultimo periodo i miei cerchi si stanno chiudendo uno dopo l’altro. Siamo vicini alla libertà. Ne manca uno, Bussana, ed è arrivato il momento di recuperarlo se voglio ricominciare a volare alto. Fino in fondo responsabile dei miei ricordi. Li voglio proteggere tutti. Voglio proteggere gli occhi verdi che un giorno mi hanno mostrato quella magia, anche se oggi mi mancheranno più di ogni altra cosa.  Voglio proteggere me stessa, non trasformandomi in qualcosa di diverso da quello che sono. Voglio sentirmi di nuovo amata come mi sono sentita amata lì, camminando in mezzo alle pietre, tra un mercante di gioielli, una tenda indiana e uno zaino pieno di risposte.

Vorrei di nuovo la mia amica. Ma con lei la vita era troppo facile da capire.

Adesso me la devo cavare da sola.

E ora con un pizzico di meraviglia nelle mani.

Una finestra sulla fronte.

Un quaderno nella borsa.

Una musica nelle orecchie.

Una fotografia nel portafoglio.

Io parto.