O_NAMI.

A te che mi stavi seduto accanto su una pietra trasformata in panchina riscaldata da un sole che sapeva di brace. A quando sono caduta nel fiume e tu non riuscivi a smettere di ridere. Uguale a tuo padre, il suo stesso viso e gli stessi occhi.
Tua è la sua intelligenza e il cuore caldo è di tua madre. La mia seconda madre. A te che mi guardavi sorridendo mentre io piccina con gli occhi grandi e spersi cercavo una certezza tra i mirtilli.
A te. Che quando ho sentito più freddo mi hai offerto una cioccolata calda in mezzo alla notte di una Torino che ancora non mi apparteneva. E le ore sono volate via tra le parole di un Battiato che tu conoscevi a memoria e che da quella notte mi appartiene come l’odore del caffè la mattina.
A te che hai creduto in me quando io non ci credevo. Che mi hai vista forte quando io crollavo. Che mi hai fatto asaggiare il sapore quando tutto era amaro. Allo Strega e al croccante al cioccolato. Alla birra bianca e al lampone e alle notti in macchina ad ascoltare la musica. A tutta la magia che mi hai insegnato. Alla vita è una favola. Alle coincidenze non esistono. Ai pomeriggi accanto a te mentre suonavi il pianoforte. A una canzone mai composta. Ai passamontagna neri. Alla tua rabbia e alla mia. Alle delusioni su cui abbiamo imparato a ridere. A testa di dentifricio e al tuo stupore. Al teschio di onice in cucina e alle pinzette di Hello Kitty. Alle passeggiate in via Garibaldi. Al tuo credere in me in ogni sfumatura, sempre, in ogni decisione e in ogni respiro. Al poter dire per una volta nella vita senza di te io non ce l’avrei mai fatta. Al ti proteggerò dai turbamenti. Alla dedica perché sei un essere speciale. Alla telepatia. Al giorno in cui tu ti sei innamorato. E al giorno in cui mi sono innamorata anche io ma non di te. Al tuo volermi così bene da accettare il mio diventare grande e diversa da te. Al viaggio a Milano per una sola cena e al non sentirmi mai sola perché c’eri tu da vicino e da lontano. Ad ogni ricordo della mia vita in cui tu ci sei. A tutta la mia vita in cui tu ci sei. A tutte le vite in cui ci sei stato e ci sarai. A quando insieme all’amore ho creduto di aver perso anche l’amico più grande. Al cardamomo e al tandoori. Alla grande madre e a una lettera da consegnare in India. Alla casa dei tuoi, mia seconda casa. Alle playlist di Itunes. Alla Apple e alle tue preghiere. Al tuo sapere. E al mio cuore. Ai soldatini e a Star treck. Alle ore passate a parlare. Alle ore passate ad ascoltare. All’idroscalo. E al tuo vedermi sempre bella. Al tuo vedermi invincibile dietro il vento che voleva portarmi via. Al giorno in cui hai incontrato l’anima gemella. Alla tua malattia e al giorno in cui ho creduto di perderti per sempre. Al Theta e al tuo sorridere di me. Al giorno in cui ho iniziato a sentire la tua mancanza.. Al momento in cui ho capito che voler bene davvero non vuol dire possedere ma anche lasciare andare. Al giorno in cui ho capito che amare non è idealizzare. Al giorno in cui avevo bisogno di te ma non ho chiesto. Al giorno in cui ho pensato ti meritassi solo felicità e mi sono messa da parte. Al giorno in cui ho accettato di non farne parte. Alle manifestazioni. Ad oggi. Che ritrovo tutto questo. Ad oggi che mi hai di nuovo ripetuto che le palle che ci ho messo io in pochi ce le mettono e al sapere che puoi dirlo perché mi hai vista da vicino e a volte sono la prima a dimenticarmi da dove sono partita. A te che sei il 50% del mio cuore. Più di un fratello, più di un amico. Sei la famiglia che ho scelto. Grazie.
E guarirai da tutte le malattie. Perché sei un essere speciale.