La Patente di guida dieci anni dopo.

10 Febbraio 2001.

Sono in macchina. Attaccato alla ventola dell’aria c’è un deodorante alla vaniglia che vorrebbe coprire l’odore dei ragazzi che hanno guidato prima di me. Il risultato è un tanfo acido e nauseante. Mi sembra di essere nella seconda classe del regionale Torino – Milano. Oggi proprio non ce la faccio. Non riesco a rimanere concentrata. Mi sento fragile come lo strato di caramello della crema catalana e mi sembra tutto troppo difficile. Di fianco a me c’è un istruttore di guida con cui non avevo mai fatto lezione prima. È giovane, ha i capelli tagliati a spazzola, le guance scavate e gli zigomi a punta come lo spigolo del letto dei miei genitori dove continuo a sbattere il mignolo del piede. Ho un'unghia nera da 4 mesi. Dicono che ci voglia un anno perché ricresca completamente. La guarigione a volte è un percorso lungo che richiede moltissima pazienza e una speranza di ferro. Oggi è andata così: mi è capitato l’istruttore sbagliato nella giornata peggiore. Mister spazzola mi parla a stento e in malo modo. Mi agito. Non riesco ad ingranare la terza. Mister spazzola inizia ad innervosirsi. Io mi agito ancora di più. La macchina si spegne. Le auto dietro di noi iniziano a suonare. Mister spazzola mi urla addosso. Io comincio a piangere. In silenzio. Le lacrime scendono lungo le mie guance mentre con piccoli lentissimi gesti cerco di mantenere l’ultima briciola di controllo che mi è rimasta.
La perdo nel momento in cui una lacrima invece di scendere rimane lì, ad annacquare il mio occhio destro. Mi si annebbia la vista.

Due giorni dopo ho dato l’esame di pratica per prendere la patente.


10 febbraio 2011.

Sono seduta sulla panchina dell’area di attesa dell’ACI. Fra due giorni mi scade la patente. Di fianco a me c’è un ragazzino con una costellazione di brufoli della giovinezza sulle guance e un libro di letteratura greca sulle ginocchia. Suona un cellulare. Il ragazzino risponde - ciao papà, sono all’Aci devo prenotare la lezione di guida - fa leggermente fatica a trovare le parole come se avesse qualcosa da nascondere e riconosco molto bene quell’opprimente perenne ingiustificato senso di colpa - il compito - mah credevo fosse andato benissimo in realtà poi ho scoperto di aver sbagliato un po’ di cose….comunque credo abbastanza bene - ora che ha sputato il rospo sembra più tranquillo - quando tornate? - a 18 anni è sempre una festa quando i genitori partono ed è fondamentale conoscere bene l’ora del loro ritorno per mettere la casa in ordine - ah ok , si, va bene, a domani allora, ciao - Il ragazzino torna a leggere il suo libro di letteratura Greca sottolineato già due volte, una con un evidenziatore giallo e l’altra con una penna nera. Mi tornano in mente Mister spazzola, la patente che sono poi riuscita a prendere senza troppi problemi nonostante quel problemino con la terza e la guarigione che è poi arrivata. Penso al mio sguardo che si rompeva non appena qualcuno mi manifestava un accenno di rabbia e penso a quanto spesso io sia cresciuta proprio grazie a loro. Penso al mio cuore e a tutta la strada che ha dovuto fare per sciogliere lo strato di ghiaccio che lo ricopriva e penso a come ogni fase della vita sia speciale per quello che è, se vissuta intensamente e con coraggio. Anche questa nuova fase è speciale. La fase in cui sono diventata grande, più forte e finalmente capace di amare e lasciarmi amare. Oggi la vita non mi fa più paura e la rabbia...beh la rabbia la manifesto in diversi modi, ad esempio sognando incredibili vulcani in eruzione in Valle d'Aosta.
Il suono del pannello elettronico mi strappa dai miei pensieri. È il mio turno e mi sento felice.

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